Intervista a Timbuktu – la miglior rivista digitale per bambini

Timbuktu, disponibile in diverse lingue è la prima e più importante rivista digitale per bambini premiata a Londra con il “Best Children’s Magazine Award 2013”, se avete un’iPad potete scaricare l’app dedicata.

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Vale a dire che Timbuktu è il più bel magazine per bambini nel mondo.

L’ideatrice del progetto è stata Elena Favilli (Toscana), fondatrice e CEO di Timbuktu, insieme a Francesca Cavallo (Pugliese) hanno iniziato a lavorare al progetto a Milano.

L’ambito premio arriva a coronamento di un percorso di crescita arrivato fino a San Francisco.

Lasciamoci guidare da Francesca Cavallo nel mondo di Timbuktu.

Complimenti per il premio “Best Children’s Magazine Award 2013”, ci spieghi cos’è Timbuktu e cos’è cambiato con la vittoria?

Grazie mille! Siamo state contentissime, perché in finale con noi c’erano giganti come National Geographic, BBC, Mondadori… aver vinto il premio essendo un’azienda così giovane è stata un’enorme soddisfazione! Il risultato principale della vittoria del premio è stato legato a questo, infatti: il premio è molto seguito soprattutto da grandi editori (non ci sono tanti piccoli editori che fanno riviste) e quindi abbiamo attirato l’attenzione di questi giganti su di noi, e stiamo cercando di identificare opportunità di collaborazione su una nuova linea di prodotti Timbuktu.

Come nasce la #StartUp?

La tesi di Elena Favilli, fondatrice e CEO di Timbuktu, fu selezionata dal concorso Working Capital di Telecom Italia. Il suo era un progetto di rivista ottimizzata per l’iPad, prima ancora che l’iPad venisse messo in commercio. Parlando del progetto ci venne in mente che, vista la novità del dispositivo, sarebbe stato interessante creare un prodotto digitale per bambini, e così nacque Timbuktu. Elena vinse il premio Working Capital di Telecom e realizzammo il primo prototipo dell’idea, che ebbe un grande successo. Era aprile del 2011.

Dove siete al momento e quali i progetti futuri?

Al momento siamo in Italia, ma torneremo presto a San Francisco dove stiamo iniziando a lavorare su un nuovo progetto che mira a includere il racconto dei bambini in modo più consistente nel ciclo delle notizie. È un progetto entusiasmante e abbiamo un grandissimo partner a supportarlo, ma non posso ancora rivelare i dettagli.

Secondo voi qual è lo stato attuale delle StartUp in Italia?

Credo che lo stato delle startup in Italia sia un po’ il riflesso dello stato dell’economia del nostro Paese. Ci sono una enorme quantità di sperimentazioni di altissimo livello, in ambiti molto diversi, ma manca da una parte il supporto istituzionale e dall’altra una classe di investitori sufficientemente matura per guidare questa ondata di cambiamento. Può essere una situazione interessante, perché di fatto costringe le giovani aziende a pensarsi in modo alternativo e a ideare nuovi modelli di sviluppo dell’ecosistema, ma da alcuni punti di vista senz’altro rallenta la crescita. Credo dovremmo tutti imparare di più a ragionare nell’ottica del mutuo beneficio più che nell’ottica del “come riesco a chiudere un accordo che sia inequivocabilmente più vantaggioso per me”. Si parla molto di fare sistema e di che cosa vuol dire, io credo che si tratti proprio di questo: un cambiamento del proprio modus operandi nell’ottica del beneficio non solo individuale ma di tutto il sistema. Credo che cambiassimo prospettiva in questo senso, l’Italia potrebbe davvero scrivere una nuova pagina della storia dell’innovazione.

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