Intervista a Mangatar – social game ispirato ai fumetti giapponesi

Mangatar è il social game ispirato ai fumetti giapponesi sviluppato dal team guidato dal ventottenne Raffaele Gaito.

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Andiamo a conoscere Raffaele, Business Development & Web Developer, della Start Up campione dell’innovazione italiana 2012.

Ci parli di Mangatar?

Mangatar è un social game ambientato nel mondo del fumetto giapponese: il manga. Se vogliamo essere più precisi è un collectible card game. Il classico gioco di carte da tavola (come magic, pokemon, ecc) portato sul web ma con due differenze importanti: social e personalizzabile. Social perché si gioca contro utenti reali e non contro il sistema e personalizzabile perché le carte (i personaggi) non vengono assegnate random dal gioco ma creati uno ad uno dai giocatori.

Come nasce il progetto e come si sviluppa?

Il progetto nasce più di due anni fa all’interno di una nostra vecchia (e piccola) società di software che si occupava di tutt’altro. Ha avuto diversi step evolutivi (e cambiamenti) durante questi due anni fino a diventare l’unico progetto sul quale lavoravamo. Abbiamo chiuso la vecchia società e fondato mangatar s.r.l. Adesso siamo full time solo su questo progetto dall’inizio del 2012. La sua ultima evoluzione si chiama Dengen Chronicles, è frutto di tutta la nostra esperienza durante il 2012 e andrà a sostituire mangatar tra qualche settimana.

Quali sono i vostri competitor in Italia (se ci sono)?

Così su due piedi in Italia non penso ce ne siano. Almeno non così specifici. Sicuramente ci sono diverse aziende di videogiochi e anche di social game. Il bello del mercato dei social game è che non è un mercato a somma zero: i giocatori sono abituati a giocare più giochi contemporaneamente e la presenza di altri giochi simili non esclude per forza l’utilizzo di mangatar. Quindi lo spazio c’è, bisogna saperselo conquistare facendo dei bei titoli.

Cosa è cambiato per voi dopo la vittoria?

Beh a dire la verità molto poco. Noi come gruppo avevamo le idee ben chiare anche prima della vittoria del PNI: siamo consapevoli del nostro potenziale e sappiamo dove stiamo andando, continuiamo per la nostra strada. Probabilmente l’unica differenza dopo la vittoria del PNI è la credibilità che abbiamo avuto nei confronti dei non addetti ai lavori. Essere stati per una decina di giorni sui maggiori quotidiani nazionali ha fatto si che il nostro lavoro fosse raccontato alle persone fuori dall’ambiente startup e questa cosa ha i suoi vantaggi. Argomenti come startup e videogiochi sono stati sdoganati per qualche giorno.

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